La Fondazione Carlo Maria Martini e l’Istituto Leone XIII, in occasione dei quarant’anni dell’entrata in città del Cardinale (leggi qui tutte le iniziative per l’anniversario), organizzano presso l’Istituto Leone XIII una mostra dedicata al pensiero e all’opera svolta da Martini per riconciliare la città dopo anni difficili e sofferti, gli “anni di piombo” in cui la follia omicida provocò tante vittime e molto dolore (nella foto di apertura: Carlo Maria Martini guida il corteo funebre per Walter Tobagi. Milano, 30 maggio 1980).
“Pro veritate adversa diligere” era il suo motto. Chiunque voglia farsi fratello dell’uomo non può schivare le avversità ma deve attraversarle con la fiducia di chi riconosce la profonda missione cui è chiamato: cercare di colmare l’inesauribile fame e sete di giustizia che si alza dalla coscienza di ciascun uomo. Una giustizia infranta dalla violenza e dal peccato: la violenza e il peccato sono una rottura della relazione con Dio e allo stesso tempo della relazione con gli altri uomini; non solo si pongono all’interno del rapporto tra l’uomo e Dio ma sempre dimorano, prendono corpo e materia nella storia, divenendo iniquità, guerra, sopraffazione, lasciando traccia nella vita degli altri uomini, talvolta insanguinandola.
“Farsi prossimo” fu l’altra sua parola d’ordine. Accanto alle mirabili risorse della città e ai suoi successi, egli seppe indicare i suoi peccati: la corruzione, l’abbandono alla solitudine e alla miseria di molti fratelli, l’indifferenza. Ma valorizzò anche l’inesauribile desiderio di giustizia e di fratellanza che accomuna gli uomini, tutti gli uomini.
La riconciliazione fu uno dei compiti principali che il Cardinale Martini si diede: corse ad abbracciare i familiari delle vittime del terrorismo e al tempo stesso non esitò a volgere lo sguardo a chi aveva seminato odio e violenza, perché coloro che avevano alzato la mano per colpire sapessero tenderla per chiedere perdono.
La mostra, dal titolo “Un uomo per la città”, è un itinerario di testi tratti da omelie, discorsi, scritti del Cardinale insieme a immagini di quegli anni. Ripercorre pensiero ed opere di Martini in quel difficile periodo della vita della nostra città. Essa inizia considerando le figure emblematiche di Caino e del Buon Samaritano – entrambi nostri compagni di viaggio, entrambi intenti a bussare alla porta della nostra coscienza – e si conclude con il noto episodio della consegna delle armi al Cardinale da parte di ex terroristi.
Un’occasione per riflettere – oggi – sulla convivenza solidale nella nostra città.
Dal 10 al 21 febbraio l’esposizione sarà disponibile in anteprima per gli studenti dell’Istituto Leone XIII. Oltre ai testi e alle immagini, attraverso la tecnologia QRcode sarà possibile accedere a materiale multimediale messo a disposizione dalla Fondazione Carlo Maria Martini. Lunedì 17 febbraio, padre Carlo Casalone SJ, presidente della Fondazione Carlo Maria Martini, incontrerà gli studenti delle classi di Maturità. A partire dal 2 marzo e per il tempo di Quaresima, la mostra sarà aperta al pubblico nel corridoio d’ingresso dell’Istituto.