Nella celebrazione eucaristica del 3 settembre 1982, a conclusione degli esercizi spirituali predicati ai sacerdoti, Martini si sofferma sul santo del giorno, Gregorio Magno, «uno dei pochi santi, con S. Ambrogio – spiega – di cui la Chiesa celebra il giorno dell’inizio del ministero pastorale e non della morte. Forse perché la Chiesa ha compreso – prosegue –  che per Gregorio e Ambrogio essere pastori è stata la loro santità».

L’omelia prosegue tratteggiando un profilo straordinariamente moderno e umanissimo di questo pastore e dottore della Chiesa al lui molto caro. Tanto da prendere come motto episcopale «una frase di Gregorio Magno che si trova nel Liber Regulae pastoralis». Come il Signore Gesù, quando vennero a prenderlo per la passione, si presentò e disse: sono io, «così anche il vero pastore deve “pro veritate adversa diligere et prospera formidanter repugnare”: per amore della verità, amare le cose avverse e invece sentire piuttosto distacco, disagio, per le cose favorevoli.»

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