Connessioni e complessità Antropocene: sì o no?
Crisi, ma cosa significa? Il rapporto uomo/tecnica
Il tempo Conversione intellettuale ed etica
Compito finale

Il tempo

Leggiamo alcuni testi di Carlo Maria Martini.

«La crisi ecologica consiste nello “squilibrio indotto fra i ritmi dei tempi biologici e i tempi imposti dall’uomo”».

C. M. Martini, La Madonna del Sabato Santo, 2000.

 

“L’accento posto sulla concezione del tempo propria dei cosmologi e dei fisici non deve far dimenticare che già all’interno delle discipline scientifiche si ha un’altra visione del tempo. Alludo a quella del tempo biologico, del tempo cioè che scandisce i nostri ritmi vitali. E questi ritmi non sempre sembrano rispondere alla sola legge degli orologi: da quello che portiamo al polso, a quello cosmico che regola e ordina ogni evento. Possiamo allora dire che esiste un tempo della fisica, un tempo della biologia e un tempo della filosofia? Avremmo (almeno) tre diversi tempi, che solo per caso trovano espressione nell’unità di un nome? Tre tempi diversi riferiti a tre “realtà” diverse, quali sono quella del cosmo, quella della vita e quella dell’anima? Oppure, questa tripartizione nasconde un vizio di forma, di interpretazione?”

C. M. Martini, Le Cattedre dei non credenti, XI sessione, I figli di Kronos si interrogano, Bompiani, pp. 1074-1075

 

“Gli interventi ascoltati in questa XI sessione della Cattedra dei non credenti per prima cosa fanno crescere in me non solo la percezione di non saper dire che cosa sia il tempo (secondo la celebre dichiarazione di Agostino: “che cos’è dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più”), ma anche la coscienza della molteplicità di aspetti e di punti di vista a partire dai quali l’apparentemente semplice parola “tempo” assume risonanza e significati diversi.

Il linguaggio cade sempre nella tentazione di qualificare, dunque dividere e classificare. C’è il tempo astronomico, quello misurato dagli orologi; il tempo biologico; il tempo sociale; i tempi epocali; il tempo dell’anima. E qualche lettera ricevuta mi ha fatto notare che, a differenza di altre lingue, nelle lingue neolatine il medesimo vocabolo “tempo” indica anche il tempo atmosferico, quasi a dire che allo scorrere “esteriore” del tempo fisico e a quello “interiore” del tempo della psiche si affianca quella variabilità che va dal sereno alla tempesta. […]

Inafferrabile resterà certo anche dopo tutti i nostri incontri. Non lo sappiamo proprio, anche se i nostri orizzonti si sono probabilmente allargati quasi a dismisura. È quindi sullo sfondo di questi orizzonti che scaviamo”.

C.M.Martini, Le Cattedre dei non credenti, XI sessione, I figli di Kronos si interrogano, Bompiani, pp. 1141-1142

1. Il mondo ritagliato sul tempo

Leggiamo il testo di Agostino Frigerio.

“Viviamo un tempo che fa dell’accelerazione il proprio segno distintivo. La velocità, che solo cent’anni fa da molti veniva tanto apprezzata come cifra di un futuro assai promettente, oggi forse ci inquieta. Con l’accelerazione qualcosa si guadagna, qualcosa si perde. La velocità può moltiplicare i traguardi raggiungibili, però è destinata ad annullare il tempo del viaggio: non c’è più l’avvicinamento, ma subito la meta che diviene sempre più a portata di mano rendendo secondario il tragitto. La velocità rende vana ogni operazione di messa a fuoco, perché anche questa è automatica come nelle macchine fotografiche o nei telefonini. Anche in questo automatismo si guadagna e si perde: la messa a fuoco è sicura e veloce, ma è anche per tutti uguale; inoltre non c’è più neppure l’opportunità di incontrare qualcosa di inatteso, di lasciarsi catturare da un particolare imprevisto perché l’inatteso, non essendo prevedibile, non è pianificabile. L’accelerazione ci consegna alla serialità.

Desidereremmo non trascorressero mai i momenti di incontro con la persona che amiamo e vorremmo che passassero in fretta i momenti di noia o di sofferenza! E invece gli uni sembrano fuggire velocemente, i secondi attardarsi sempre oltre misura. È quello che facciamo, o che vorremmo fare, a renderci ben disposti o insofferenti nei confronti dello scorrere veloce o lento del tempo.

Se osserviamo con attenzione, velocità e lentezza si rivelano a noi non nel tempo, ma nel nostro stare al mondo, nei nostri rapporti con gli altri, le cose, gli avvenimenti della vita: le ritroviamo non come un tempo oggettivo, che scorre indifferente come l’acqua di un fiume, ma come aspetti del nostro rapporto con il mondo: è il nostro stare al mondo, il nostro fare, volere o rifiutare qualcosa a metterci in contatto con il tempo. Anzi, a ben pensarci il tempo è proprio tutto lì.

È forse questo l’enigma del tempo: noi desidereremmo comprenderlo e forse anche possederlo, e invece il tempo ci sfugge. Ma questo tempo inafferrabile in realtà non è poi tanto lontano, anzi, esso è tanto vicino da non darsi invece mai al di fuori del nostro agire, del nostro operare, del nostro modo di stare in questo mondo. Insomma, il tempo ci dice un po’ chi e come siamo.

Si dirà: si, ma il tempo misurato per esempio dall’orologio non è qualcosa che nel suo scorrere dipenda da noi. Certo, ma le ore, i minuti, i secondi sono il tempo, o una sua misura? Si potrà dire che senza questa convenzione non ci sarebbe possibilità di intendersi: a che ora ci vediamo? Dopo il tramonto. E chi lo direbbe più oggi? E del resto, neppure rispondere “al tramonto” dice il tempo, così come non lo dice “alle 19.30”. Nessuna delle due espressioni esprime il tempo, ma ciascuna un modo di stare al mondo: secondo i ritmi la natura, secondo l’incalzare dell’orologio.

Ecco che riflettere sul tempo vuol dire metterci di fronte a noi stessi, ai nostri modi di agire e stare al mondo: infatti sono proprio le nostre pratiche di vita a dirci qualcosa del tempo. Non abbiamo altro modo di afferrare il tempo se non nel nostro rapporto con il mondo. Se gli diamo tempo ci dice qualcosa, se glielo sottraiamo dice qualcosa d’altro.

Nel tempo veloce quale “mondo” si manifesta? e in quello lento? Questo forse è il punto nodale: non si tratta di andare adagio o in fretta, bensì di decidere quale “mondo” vogliamo incontrare.

Scrive Kundera: “C’è un legame segreto fra lentezza e memoria, fra velocità e oblio. Prendiamo una situazione delle più banali: un uomo cammina per la strada. A un tratto cerca di ricordare qualcosa, che però gli sfugge. Allora, istintivamente, rallenta il passo. Chi invece vuole dimenticare un evento penoso appena vissuto accelera inconsapevolmente la sua andatura, come per allontanarsi da qualcosa che sente ancora troppo vicino a sé nel tempo”.

Insomma, che urga o che rallenti fino a fermarsi, il tempo siamo noi. E il mondo? Ce lo troviamo fin da subito già ritagliato sul tempo.

 

Leggiamo una poesia.

Il tempo è cosa strana
Passiamo così i giorni della vita
e un nulla è il tempo.
Ma poi a un tratto
ecco altro non sentiamo che lui.

Hugo von Hoffmanstahl, Il Cavaliere della rosa

ATTIVITÀ

Fisica (Newton, Einstein) e filosofia (Sant’Agostino, Kant, Bergson), letteratura francese (Proust), arte (Gli orologi molli di Dalì). Latino: Seneca, programma di V anno negli indirizzi con latino: Epistulae ad Lucilium, 1; De brevitate vitae 1-2 e 8.

Suggerimenti per un approfondimento: articolo di Giuseppe Riggio sulla rivista Aggiornamenti Sociali sulla gestione del tempo. 

 

GIOCO SUL TEMPO: La Terra sta morendo 
Tratto da: M. Sclavi, L’arte di ascoltare e mondi possibili, B. Mondadori 2003.

Dividere la classe in gruppi, come si gioca: 

Fase 1 

  • Leggere la notizia di contesto iniziale 
  • Consegnare agli studenti la prima tabella (una per gruppo) 
  • Gli studenti compilano la prima tabella in 1 minuto 

 

Fase 2 

  • Stilare una prima graduatoria di quali personaggi sono stati selezionati a partire 

 

Fase 3 

  • Leggere agli studenti la seconda tabella 
  • Gli studenti valutano le preferenze date nella prima fase e apportano eventuali cambiamenti  

 

Prima fase (contesto iniziale)

Una notizia sconvolge il nostro Pianeta. È stato avvistato un asteroide che nella sua corsa sembra indirizzarsi alla Terra. Quando ormai pare che le possibilità di evitarlo o di farlo esplodere oltre l’atmosfera siano svanite, ci si prepara a lasciare la Terra. 

Un gruppo di saggi è chiamato a decidere quali persone possono partire per andare su un altro pianeta e costruire un’altra civiltà. 

Voi siete stati scelti per indicare quali sono le sei persone che si imbarcheranno sull’astronave. Questo è l’elenco da cui dovrete scegliere i candidati al viaggio spaziale. 

Avete pochissimo tempo, urge la scelta. In un minuto dovrete indicare i vostri candidati. 

 

Prima tabella 

Candidati  Si  No 
1. Militante nero      
2. Poliziotto con fucile      
3. Atleta      
4. Architetto       
5. Cuoca       
6. Falegname cieco       
7. Dottoressa      
8. Prostituta       
9. Ragazza di 16 anni incinta       
10. Musicista      
11. Sacerdote      

  

Seconda tabella 

Candidati   
1. Militante nero  È un membro delle “Pantere nere” che partecipa ad attività di solidarietà in comunità di recupero 
2. Poliziotto con fucile  Nel tempo libero fa volontariato in un ospedale 
3. Atleta  È campionessa europea della terza età nel lancio del disco 
4. Architetto  Specializzato nella costruzione di luoghi di culto, peraltro si professa agnostico. 
5. Cuoca  Ha lavorato sempre nelle mense scolastiche e cuoce prevalentemente riso nero con cavoli bolliti 
6. Falegname cieco  Fabbrica apprezzati soprammobili, ma purtroppo è disabile e si muove solo in carrozzella 
7. Dottoressa  È una dirigente della P.A. 
8. Prostituta  Esperta in sartoria, cucito e rammendo 
9. Ragazza di 16 anni incinta  Purtroppo, si scopre all’ultimo minuto affetta da HIV 
10. Musicista   Soffre di dipendenza da sostanze stupefacenti
11. Sacerdote  È convinto seguace del cattolicesimo più tradizionalista 

 

Fase finale

Si chiede cosa ha fatto cambiare la scelta. 

 

Obiettivo 

Evidenziare che due aspetti hanno modificato le scelte: la possibilità di comunicare, il tempo a disposizione. Entrambi questi fattori consentono di chiarire il significato delle definizioni date e quindi di scegliere con maggiore comprensione e consapevolezza. 

In particolare, nel tempo breve la scelta è pressante e quindi deve tralasciare molte caratteristiche dei diversi candidati. Il tempo più disteso e la possibilità di scambiarsi informazioni e di produrre un “ragionamento collettivo” migliora lo svolgimento del compito, anche smontando certi stereotipi cui si ricorre quando la scelta “urge”.