Il 12 luglio di sessant’anni fa Carlo Maria Martini, studente del Pontificio Istituto Biblico dopo la laurea in Teologia alla Gregoriana, arrivava per la prima volta in Israele, nell’ambito di un viaggio di circa due mesi in vari Paesi del Medio Oriente.
In un’intervista rilasciata alla rivista Terrasanta, così ricorda quel momento: «Arrivammo a Gerusalemme da Amman, era il 12 luglio, la vigilia dell’anniversario della mia prima Messa. Il giorno dopo, nel mio settimo anniversario di ordinazione, ebbi la possibilità di celebrare la Messa al Santo Sepolcro, alle 4 del mattino. Fu una esperienza molto intensa, una sensazione fortissima di “vita”, di ciò che significa “vita”. Pregando e celebrando da solo sulla pietra dal Sepolcro, con pochissime persone che assistevano fuori, mi pareva di cogliere in una maniera straordinariamente lucida che la vita è il tema nodale di tutte le religioni, è l’anelito dell’umanità, che in quel luogo si concentrava ogni speranza, ogni certezza, tutta la fiducia di vita».
Di quel viaggio, rimase famoso anche un episodio in cui il cardinal Martini venne coinvolto in un incidente, in una zona di scavi archeologici. Lo racconta lui stesso nella trasmissione “Correva l’anno” andata in onda sulla RAI alcuni anni fa
(da 11.40 a 15.02)
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